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Sessanta ritratti, fra bianco e nero e colore. Fra vuoti e pieni. Fra silenzi e sussulti. L'approccio alla fotografia di Francesco Maria Colombo è di tipo meditativo, perché osserva lentamente i suoi soggetti lasciandoli liberi di esprimersi nel tempo e nello spazio che preferiscono. Queste immagini sembrano svelarci l'atto finale di una ricerca che segue, esplora e stana il suo soggetto fino al momento in cui sceglie di aprirsi all'obiettivo della macchina fotografica. In un certo senso, questi ritratti esprimono l'idea del dramma interiore e dell'intimità profonda che gli stessi personaggi scelgono di raccontare in fotografia. È come se dalla "scoperta meravigliosa" essi si aspettassero la rappresentazione più pura di se stessi, ponendo l'attenzione sulla figura del fotografo-interprete dell'uomo e della vita. Ogni ritratto della sequenza sembra svelare un segreto.