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L'Idroscalo è un luogo milanese di raffinata eleganza. Ed è talmente milanese che s'impone soprattutto per il buon gusto della discrezione, per la bellezza serena e non esibita, per il suo sapersi adattare quietamente alle stagioni, al loro sempre più ambiguo mutare. D'estate è pacifica riviera per i bagnanti d'acqua e sole. Nelle mezze stagioni ti accoglie con lieta pigrizia e ti offre lo spettacolo civile dei suoi alberi e del suo specchio piatto e azzurro, solcato solo da qualche silenzioso canottiere, dalla scia di rare imbarcazioni in allenamento, mentre nel cielo scivola veloce qualche aereo. D'inverno è vagamente arcigno e austero, ma sempre nobile. Dunque, per eccellenza, per il suo essere scenario duttile e accogliente, è un luogo adatto all'arte, alle figure plastiche che si stagliano nell'aria, come le opere della scultura. E, aggiungo, sarebbe luogo adattissimo alla poesia, magari qua e là affissa lungo i suoi camminamenti, come era stato un tempo in città. Ma questa è un'altra storia. La nostra, di storia, è invece quella delle nove sculture che la Provincia di Milano ha pensato di installare in vari punti attorno al lago, creando felicissime pause di riflessione contemplativa, ma anche, in fondo, di civilissima ricreazione, ricreazione creativa dello spirito. Cultura vera e non mercato. Con un testo di Maurizio Cucchi.