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Un percorso poetico, quello di Di Lollo, che durante l'arco di cinquant'anni si dipana in una ricerca incessante, stupita, a volte ossessiva, spesso magica della Luce. Un percorso che, in un quadro giovanile, aveva già lucidamente prefigurato nel titolo emblematico di Svincolarsi in luce. È questa ricerca che accomuna esperienze pittoriche che potrebbero apparire a un primo e superficiale sguardo profondamente diverse, quasi dissonanti, espressione di diverse mani e di diverse sensibilità. O, altrimenti, di una sensibilità assolutamente complessa, a sua volta espressione di una personalità riccamente fecondata da contraddizioni e da antinomie. Antinomie tutte presenti in un'arte, così difficilmente inquadrabile dal critico, che spazia diacronicamente, ma anche sincronicamente, tra figurativo e astratto, tra realismo della scultura e concretismo, tra razionalismo e disegno classico, tra caricatura oscena e ispirazione religiosa, tra grafica geometrica e pittura materica. Di Lollo analizza la luce, la scompone in sequenze geometriche, la studia nelle scintille dei fuochi, nelle iridescenze del pulviscolo dell'aria, delle gocce di vapore ma soprattutto la contempla folgorato dalle sue mille rifrazioni, dai riflessi, dai riverberi che dà il mare, nel frangersi delle onde contro gli scogli di quella piccola isola disabitata che è Palmarola, diventata negli anni la fonte ispiratrice della sua pittura.