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Istanbul, Parigi, Dubai, Londra: quattro città assai diverse tra loro nelle immagini di questo abilissimo quanto singolare fotografo di suggestioni urbane, garbatamente iperrealiste. Come spiega lo studioso Antonio Natali "il linguaggio d'Alfieri è radicato nella tradizione della pittura italiana. I tagli delle sue fotografie non possono prescindere dal grande cinema del Novecento; però la costruzione delle sue immagini si fonda sull'esperienze prospettiche dell'Umanesimo quattrocentesco. Riferimento - questo - che parrà tanto più palese quanto più si rifletta sulle sue scelte scenografiche. Le sue visioni urbane sempre rivelano una predilezione per le fughe spaziali: finestre che s'inseguono in serrate sequenze geometriche, dove le figure umane si muovono solitarie come nelle istantanee di Hopper. E poi - frequenti gl'imbuti prospettici; alla stregua di moderne 'tavolette' brunelleschiane..." Andrea Alfieri, appassionato da sempre all'immagine fotografica, ne ha curato professionalmente la stampa per oltre vent'anni, acquisendo una profonda esperienza nella gestione del colore e, più in generale, nella tecnica riproduttiva.