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Protagonista dell'arte contemporanea Eliseo Mattiacci, nato nel 1940, sin dagli esordi è scultore, perché attratto già da fanciullo dai metalli e dal processo magico e spettacolare della saldatura che negli anni della giovinezza lo portano a costruire elementi plastici che esplorano la dimensione aerea e fluida delle materie e delle forme, così da produrre insieme "cosmici", in quanto fluttuanti nello spazio, come sistemi stellari aperti e cangianti. La monografia, curata da Germano Celant, affronta l'avventura storica di Mattiacci a partire dagli anni sessanta, quando si avvicina al linguaggio internazionale dell'arte povera e minimale, da Jannis Kounellis a Eva Hesse, mantenendo però un suo fare autonomo e distinto, per arrivare agli anni ottanta con sculture dove la leggerezza e la flessibilità permettono all'oggetto assemblato o costruito un aspetto performativo che gli permette di adattarsi a tutti i contesti, interagendo con essi. Un procedere basato sull'equilibrio e sui rapporti tra pesi e forme che si nutre di mobilità, tra materia e plastica, tanto da convivere, nel libro, con le vicende della vita dell'artista. Il tutto analizzato nel saggio introduttivo e documentato tanto nella sequenza cronologica, che funziona da struttura portante delle vicende individuali e storiche, quanto nel materiale scultoreo prodotto, così da offrire al lettore le testimonianze d'epoca che inquadrano anche le vicende della ricerca artistica italiana e internazionale.