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La clandestinità come filo conduttore dell'intervento artistico di Velasco Vitali nella piazza del Duomo e gli spazi attigui dell'antico complesso di Sant'Agostino a Pietrasanta. Un soggetto complesso e di stretta attualità per un'intensa riflessione che investe le più ampie tematiche dell'isolamento, dell'immigrazione, della precarietà e della fuga. Velasco lo interpreta attraverso la pittura, la scultura e il disegno che, in un unico progetto site specific, dialogano tra loro in una sorta di narrazione ciclica e parallela. Come scrive Fernando Mazzocca "questi spazi gli hanno fornito una dimensione espositiva ideale dove continuare il confronto, divenuto sempre più serrato negli ultimi anni, tra scultura e pittura, intersecando percorsi già sperimentati, come il tema dei cani e del branco, con invenzioni inedite di solenne e drammatico impatto visivo. Tali appaiono il misterioso scafo metallico, trasportato dai due uomini, di cui non si intravede il volto, lungo il perimetro della piazza, e i due monumentali teleri che occupano con la loro invadente forza decorativa, dedicata al motivo della folla - nuovo ma in certo senso ricollegabile all'universo a lui tanto congeniale delle città -, il perimetro regolare della Sala del Capitolo."