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La freschezza della visione di Carbonieri è quella di chi non deve vivere grazie, alla macchina fotografica, come i professionisti degli studi, non ha nemmeno velleità artistiche, come la larga schiera dei dilettanti pittorialisti, né fa un uso documentativo o sociale della fotografia, come i fotogiornaiisti. Semplicemente immortala la propria vita. Gli scatti di Carbonieri non sono fatti per gli altri, ma principalmente per se stesso e la propria famiglia. È un autentico amatore, conscio che la fotografia è uno degli hobby che lo appassiona, al pari dei viaggi, del tiro a volo e del gioco ai casinò, da condividere con gli amici e i familiari più stretti. E, non a caso, questi sono proprio i soggetti delle sue fotografie. Ciò che oggi vediamo è uno splendido spaccato di vent'anni di vita mondana a Modena e soprattutto all'estero, la rappresentazione del mondo spensierato e benestante nel quale Francesco Carbonieri è vissuto e che smise di fotografare proprio quando questo cessò di esistere per le avversità che la sua vita, come moltissime altre, subì a causa del regime fascista e della Seconda Guerra Mondiale.