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Traendo spunto dallo studio di un importante organo realizzato nel 1739 dal napoletano Domenico Mancini, conservato nella chiesa di Santa Maria Maggiore a Taverna, la mostra intende rileggere - attraverso una mirata selezione di opere - alcuni aspetti delle arti a Napoli negli anni e nell'ambiente di Mancini, capostipite di una prolifica famiglia di organari richiesti in tutto il Regno. Fulcro dell'esposizione è la pittura di genere di uno dei maggiori e più originali osservatori della realtà del proprio tempo, Gaspare Traversi, che a Napoli crebbe e si formò nello stesso quartiere dei Mancini, peraltro suoi padroni di casa; lo sguardo critico, talora irridente, ma sempre umanissimo del pittore è qui esaminato in rapporto con alcuni episodi, meno noti ma assai significativi, della cultura figurativa del Settecento napoletano, dai precedenti di Giuseppe Bonito alla scultura in terracotta del grande Giuseppe Sanmartino. (Giuseppe Porzio)