Tab Article
Enormi teste bucano il terreno e si ergono prepotenti verso l'alto. Visi primordiali cresciuti forse ad altre latitudini che invadono uno spazio-tempo non loro, cercando un posto nella contemporaneità e sollecitando nuove prese di coscienza. Sono teste di progenitori, o forse di figure venute da un futuro lontano che in qualche modo si ricollega, nella magia della circolarità temporale, all'infanzia dell'umanità, quando il semplice guardare verso l'alto ci distingueva dalle bestie, ci apriva le porte del sogno, dell'emozione interiore. Attraverso la scultura, anche la forma-oggetto del bacino diventa per Lucia Ausilio un centro dell'energia, punto di snodo e di connessione tra alto e basso, tra radicamento al suolo e posizione eretta. Il bacino si fa coppa per contenere energie vitali, perché in questo luogo preciso del corpo converga tutto ciò che arriva all'uomo e da lui possa ripartire: la forza fisica e quella spirituale.