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Lo specchio, la pagina, le cose di un'analisi dell'agire formativo e delle sue intenzioni, con riferimento ai nessi tra paideia e politeia, in contesti storicamente circoscritti. In tale disamina si è prestata specifica attenzione al definirsi di particolari nuclei problematici e alle escogitazioni pedagogiche che ne sono derivate, alle loro persistenze e variazioni. Nei percorsi - formali e informali - di acculturazione che strutturano i processi identitari di singoli individui e di gruppi operano congegni, materiali e metaforici, peculiari, funzionali al costruirsi delle relazioni educative. Nel volume si è voluto metterne a fuoco tre, rilevandone le interconnessioni. Lo specchio, la pagina, le cose sono stati sovente investiti, ieri e oggi, di funzioni pedagogiche in itinerari effettivi e/o immaginati; qui li si è analizzati nella dialettica tra teorizzazioni e specifiche prassi, tra idee dell'educare e modalità d'uso, in rapporto a casi documentati, grazie a una variegata serie di fonti, anche iconografiche. Immagini e usi di specchi, pagine, cose, nel loro intersecarsi, orientano progetti e processi formativi, sul lungo periodo. Una discussione teorica di tali questioni occupa la prima parte del libro. Gli itinerari formativi del principe in alcune corti europee, tra Quattrocento e Seicento, si costituiscono, nella seconda parte, come un osservatorio esemplare del divenire, spesso contraddittorio, di programmi d'azione e materialità.