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Il volume fa il punto sull'istruzione musicale pratica in Italia recuperandone la storia recente e comparandola con quella di alcuni paesi esteri. Si descrivono le buone prassi più significative e una in particolare, che si è sviluppata in Valle d'Aosta negli ultimi dieci anni. La chiave di lettura individua e valorizza gli impianti organizzativi e le scelte didattiche ispirate da principii nuovi, che vedono nella musica un linguaggio accessibile a tutti, radicato nella vita di ogni uomo, capace di dare respiro e forma a emozioni e affetti, di meticciare culture e accorciare le distanze tra le diversità. Da una parte ci s'interroga sul ruolo e il valore degli insegnamenti accademici, dall'altra s'identificano le modalità di apprendimento in uso nei contesti informali, tra chi si occupa di musica popolare, per immaginare un futuro delle scuole di musica nel quali sia possibile conciliare la coltivazione delle eccellenze con un'offerta didattica e metodologica inclusiva, aperta e accessibile. Tutti possono vivere esperienze collettive di pratica musicale e apprezzare il senso di cooperazione e di unità che si esercita, nel contempo ciascuno può ritrovarsi e coltivare la propria vocazione con le qualità innate di cui dispone senza doversi isolare in un olimpo dorato con pochi altri eletti.