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Come mai l'Italia è sempre in fondo nelle graduatorie internazionali su temi economici, sociali e di governance? Come è possibile che il nostro sia allo stesso tempo uno dei primi otto paesi più sviluppati e una nazione con scarsa competitività e forti diseguaglianze di genere (Global competitiveness index e Gender gap index), modesta liberà economica (Index of economic freedom) corruzione diffusa (Corruption perception index) e difficoltà di fare impresa (Doing business)? Il volume analizza nel dettaglio queste classifiche internazionali, gli indici sintetici da cui derivano e le istituzioni che li producono e promuovono. Ricostruire l'intero percorso che sta a monte dei risultati è una condizione imprescindibile per comprendere a fondo il significato delle graduatorie prodotte dai diversi indici. L'autrice inoltre si interroga su quanto questi indici internazionali siano legati a determinate dottrine economiche e su quanto la recente crisi economico-finanziaria stia cambiando la loro interpretazione. Il volume è rivolto sia ai cultori delle scienze umane interessati ad approfondire la metodologia di costruzione di un indice internazionale, sia agli utilizzatori di questi indici (giornalisti, politici, analisti, etc.), che solitamente hanno a disposizione solo i risultati senza conoscere le modalità della loro costruzione, sia a quanti sono interessati a capire il perché l'Italia ottiene risultati deludenti su molti indici internazionali.