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La breve stagione del Decennio francese segna, per Napoli, la cruciale transizione dall'antico regime tipografico alla più avanzata condizione del lavoro editoriale nel quadro delle generali trasformazioni operate dai Napoleonidi. Alla luce d'inediti documenti e di testimonianze bibliografiche coeve, il volume, dopo sintetici cenni di confronto con altre realtà italiane, ne ricostruisce la struttura produttiva - le cartiere, i tipografi, le nuove figure d'imprenditori - estendendosi agli autori, alle opere, alla situazione nelle province del regno. Al tempo stesso esamina la stampa periodica articolata in giornali ufficiali, fogli economici, riviste tecnico-scientifiche e sorretta dall'impegno civile degli intellettuali, chiamati a collaborare all'edificazione del novus ordo, tra i quali molti esuli della Repubblica Partenopea. Analizza, poi, il ruolo e l'attività della Stamperia Reale e degli altri poli tipografici dipendenti dalle pubbliche amministrazioni, evidenziando lo stretto rapporto tra editoria e istruzione pubblica espresso dal progetto delle collezioni economiche. Emerge, nel complesso, un ampio programma di modernizzazione che investe non solo le istituzioni culturali, e le biblioteche in particolare, ma la stessa produzione libraria, sia pur soggetta a una politica editoriale non priva d'incertezze e aporie nel difficile rapporto tra Stato e imprenditoria privata.