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La gestazione del bombardamento di Roma fu lunga e travagliata. I tentativi della diplomazia vaticana di impedire che la guerra coinvolgesse la città, con i suoi monumenti, le sue basiliche e lo Stato del Vaticano a ridosso del suo centro storico, furono destinati al fallimento. Attraverso un'attenta considerazione dei documenti disponibili, il libro descrive lo stato di crescente miseria e sofferenza della popolazione e il progressivo coinvolgimento della capitale nella guerra. Ripercorrendo l'evoluzione teorica e pratica dei bombardamenti aerei, ricostruisce gli eventi che hanno segnato la sorte di tanti quartieri romani, dei Castelli Romani e di Montecassino, rimandando la responsabilità maggiore di tante tragedie alle "logiche inevitabili" della guerra moderna e a chi, pur avendone una precisa cognizione, ha voluto a tutti i costi entrare nel vivo del conflitto. Seguendo quelle "logiche inevitabili", mette inoltre in evidenza l'esistenza di una strategia nei bombardamenti aerei che ha reso protagonista la popolazione di Roma e dei Castelli Romani dapprima per portare al collasso il fascismo, quindi per sollecitare il governo badogliano alla resa, poi per isolare l'occupante nazista, infine per sostenere militarmente l'avanzata delle forze alleate dai fronti di Cassino e di Anzio.