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Lo studio inizia restituendo evidenza alla figura intellettuale di Giuseppe Pagano, che per primo in Italia aveva anticipato l'importanza dell'"architettura piccola" nel dopoguerra. Si procede, poi, con un doppio livello di lettura, collegando i principi con gli esempi. Da una parte la questione teorica della trasmissibilità dei modelli interpretativi del progetto nel XX secolo, vista come occasione per ridiscutere sui caratteri identitari della tradizione architettonica italiana, quando il contesto viene assunto come sfondo e protagonista del progetto; dall'altra la conferma, nell'edificio costruito, dello stretto rapporto tra permanenze formali, componenti materiali e tecniche costruttive, quando l'architetto italiano, artigiano e umanista, tra realismo e buona costruzione, affronta la piccola dimensione. Il libro è destinato a professionisti, amministratori, studiosi dell'ambiente e appassionati dell'architettura. Una presentazione di Aldo De Poli, dell'Università di Parma, colloca la ricerca di un'estetica regionalista tra le espressioni più vive del progetto contemporaneo. Un saggio conclusivo di Nicola Braghieri, dell'Università di Genova, imprime uno sguardo internazionale, spingendo in avanti una necessaria riflessione sul ruolo della tradizione anonima e dell'architettura mite.