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Nella storia dell'evoluzione, sostengono le autrici, il matrimonio è stato strumento fondamentale di controllo del gruppo per contenere l'aggressività competitiva del maschio e la sessualità della donna. Ogni qual volta, infatti, le energie impegnate all'interno del gruppo, sommate a quelle necessarie per controllare all'ambiente esterno, erano superiori alla quantità globale di energie di cui disponeva il gruppo stesso, quel gruppo andava inevitabilmente incontro alla distruzione. La condizione sociale della donna è stata dunque funzionale all'adattamento della specie umana ed allo sviluppo di una normale sessualità maschile. Ma cosa sta accadendo oggi nella società, in cui i fenomeni complessi allargano i confini individuali e di gruppo oltre misura, in un tentativo di globalizzazione quasi universale? Cosa accade quando i confini dell'Io si sfumano, i confini dei gruppi si disperdono? Nella seconda parte del libro le autrici prospettano, secondo le conoscenze biologiche e psico-sociali attuali, le possibili soluzioni per un nuovo matrimonio alchemico che ristrutturi le lacerazioni individuali e del tessuto sociale ed istituzionale.