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Anno 1945. Città di Genova. Picchio è un bambino che s'apre alla vita con una personalità chiara, decisa, battagliera: "Quando io picchio, lo dico: io picchio». E tutti a scuola lo chiamano Picchio. In famiglia, risentendosi dell'affettuosa lontananza dei genitori dai suoi problemi, manifesta la sua aspirazione a essere tenuto in conto con innocente aggressività; a scuola, turbato dalle sopraffazioni e dalle ipocrisie di un compagno prepotente e dispotico e dal perbenismo formalizzato del maestro e della classe, cerca giustizia e autenticità. Per compiacere un progetto del maestro, nel pomeriggio della sua lunga giornata riesce con uno scaltro pretesto a tornare fuori di casa e, ignaro di un rastrellamento fascista in corso, finisce in una imprevedibile successione di vicende dalle quali uscirà ammonito e ammaestrato.