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Tremosine, sopra il lago di Garda, un piccolo paese racchiuso tra le montagne da un lato, e una vasta pianura che porta ai paesi vicini dall'altro. È qui che Lucia Coppola ha vissuto la sua infanzia, nella locanda che gestivano i suoi genitori, una "casa sul lago" sempre pronta a ospitare tutti coloro che "qui vengono a svernare: gli uomini migratori, gli scrittori che non riescono mai a finire il loro romanzo, eppure hanno sempre una storia da raccontare, i pittori che i loro piccoli dipinti li regalano a chi vuole loro bene, invece di venderli, e così hanno sempre le tasche vuote". Nelle pagine del suo romanzo l'autrice descrive tutte le esperienze vissute, sia quelle belle che quelle meno piacevoli, ricordando amici, parenti e figure importanti che hanno contribuito alla sua crescita. Una sorta di "confessione" che ha l'obiettivo di rendere note sia tutte le dolci sensazioni che il pensiero di quel periodo magico suscitano ancora oggi in lei, sia la storia di una famiglia che è riuscita a rialzarsi e a restare unita anche durante i momenti di maggiore difficoltà.