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Quanti sono i linguaggi di un'anima? Quali le sue possibilità di comunicare veramente i dolori che l'appesantiscono e la propria voglia di libertà? L'autrice di questo libro affida a una lingua ibrida, a metà strada tra la prosa e la poesia, il suo tentativo di raccontare un'anima, i suoi movimenti interni e i suoi bisogni. In realtà ci si trova sempre di fronte a una prosa poetica, che in moltissimi passaggi scivola con naturalezza in una vera e propria versificazione. Le pause si dilatano, l'ambiguità del testo cresce, e si struttura un ritmo interno potenziato spesso da rime e assonanze. Poi lentamente si compie il movimento inverso, verso quella prosa dove i fatti e la realtà esterna restano comunque sempre appena accennati, come se tutto fosse "avvolto da un velo sottile che sfoca ogni contorno". In primo piano rimangono gli esiti interiori di quegli eventi intuiti, nel racconto di questa anima giovane, che si confessa con purezza e senza reticenze.