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"La dolcezza etera e trasognata con la quale l.autore rievoca sensazioni ed emozioni legate a un sentimento o a una percezione (meta)fisica (ad esempio l'osservazione del paesaggio e delle meraviglie della Natura, prima fra tutte l'immenso e sconfinato mare) culla il lettore sull'onda di un canto lieve e profondo, leggiadro e ancestrale. La lirica di Stiappacasse, facendo leva sulla sintesi evocativa di uno stile estremamente telegrafico ed epitaffico, dipinge con pennellate forti (ma soavi, dal tratto leggero) dei veri e propri quadri impressionisti, che in un pugno di versi miracolosamente catturano, trasfigurandola in immagini visionarie e fantasiose, la magia inafferrabile di un crepuscolo in riva al mare; l'insondabile alchimia di un pomeriggio assolato e solitario d'estate; il ricordo tenero e malinconico di un sorriso, di un bacio, di un rimpianto sfumato nella nebbia del tempo..."