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C'è qualcosa di inconfondibile nella voce di Alfredo: il suo accento romano e l'ironia che traspare dalle sue parole, che ancora aleggiano in una casa troppo vuota. È anche con tali tratti che Carlo Boldrighini, in questo romanzo dichiaratamente autobiografico, ricorda quello che è stato i compagno di una vita, dopo la scomparsa a seguito della malattia che lo aveva colpito. Attraverso le battute pungenti e a volte sprezzanti di Alfredo, emerge nel racconto - concepito come una lunga lettera ad Alfredo - la figura di un uomo deciso e volitivo, il più forte nella coppia. Ma le esperienze di vita, narrate con grande tenerezza e insuperabile partecipazione, mostrano anche i lati più fragili di Alfredo, perfino le sue lacrime e, soprattutto, il grandissimo amore che ha sempre nutrito nei confronti di Carlo, nonostante i momenti di crisi che hanno caratterizzato la loro unione. "Non è stata una relazione facile la nostra" scrive Boldrighini, che però dice anche che non conta il "come" perché "per me è importante sapere che con te ho vissuto".