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Partendo da considerazioni più generali sulla storia e sul metodo storiografico, questo testo, scritto da un giovane studioso della materia, affronta con dovizia di particolari e un abbondante apparato di riferimenti e note un argomento spinoso, che tiene tuttora banco nelle polemiche politiche. La questione di fondo è "il revisionismo", ovvero quella corrente entro la quale sembrano finire tutti coloro che trattano di alcuni eventi storici in modo non ortodosso o meglio, con le parole di Testa, "della storia profanata, spogliata della sua essenza e vestita di menzogne e turlupinature, di retorica politica e d'interpretazioni di comodo degli eventi passati". Secondo Testa, il cui saggio è di facile lettura e rimanda a cronache e interventi di personalità pubbliche degli ultimi anni, ma anche a tesi storiografiche importanti come quella di Renzo De Felice, "la Storia non può essere dogmatica, non può sedersi e tirare le somme una volta per tutte. La Storia è e deve necessariamente essere una disciplina che fa dell'umiltà una delle sue regole più ferree".