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L'ispirata raccolta di Giuseppe Zambarbieri è impregnata di un misticismo magico, etereo, vellutato. Lieve come l'abbraccio tiepido dell'alba, impalpabile come il respiro affannato di una divinità disturbata ed enigmatica, impallidita e sorpresa nella sua sagoma misteriosa a muoversi in punta di piedi su una sconfinata collina, confondendosi fra il caleidoscopio di colori sprigionati dal sole e le infinite distese verdi, laddove i sensi naufragano perdendosi in un metafisico divenire. Il leitmotiv dell'opera può essere individuato proprio nella ricerca indefessa della cifra di un enigma, di una verità "superiore" e insondabile nascosta dietro le maschere omologanti della quotidianità spicciola.