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"Insospettabile. Un nulla, con cui, non posso lottare". Così Julka Caporetti chiude l'intensa lirica che dà anche il titolo all'intera silloge: Nel guscio. In questa piccola nicchia ci si adagia, si viene cullati e ci si sente protetti dal mondo esterno. Il guscio è il luogo dell'anima, della psiche, sede di silenzio da dove si può ammirare e raccontare. Con una grande sensibilità poetica l'autrice crea immagini romantiche e intimiste, perché da quella prospettiva si può osservare ciò che accade fuori. Quando, poi, il guscio si schiude, lo sguardo si espande, si dilata e allora si trova un punto di contatto tra l'interiorità dell'autrice e il mondo, intorno. E grazie a questa combinazione sorprendente ci si tuffa in attimi fatti di amore e passione, di contatti umani. L'intera opera è piena di questa altalena sentimentale tra dentro e fuori, una dialettica continua tra esperienza e intimità. Si realizza, dunque, un'atmosfera magica e leggera nella descrizione di qualcosa di ordinario che racconta di un dialogo affettivo tra la poetessa e il mondo. Lo sguardo dell'autrice sembra immergersi nella materia per poter dare forma al creato.