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La luce della salvezza, il risveglio dell'anima. Il bagliore della rinascita in fondo all'abisso. La perdizione e poi la resurrezione, la sconfitta e il riscatto. In questa intensa e vibrante raccolta Michela Vitturi canta il cimitero dei sogni, il requiem di ogni illusione, la dolce e bruciante amarezza del disincanto e il dolore purpureo ("ultravioletto"), lancinante, di un'anima naufragata nel mare stagnante ed eterno dell'apatia. È l'atarassia declinata nella sfumatura inquietante del concetto, impenetrabilità intesa nel senso di sopraggiunta insensibilità alle emozioni. È la nera e funerea mietitrice con il suo riso mefistofelico e la sua mano assassina, che lascia in vita il corpo ma cala la sua falce sul nostro soffio vitale, sulle nostre idee, sui nostri sentimenti. Sulla nostra interiorità ed emotività ribollenti, annichilite e tacitate. È la morte per prostrazione dello spirito, consunto e sepolto nel camposanto di ogni speranza. Eppure, a un passo dalla condanna esiziale e solenne, quando il boia delle passioni sta calando la sua scure sanguinante che pende incombente sul nostro capo, improvvisamente il cuore ritorna a pulsare.