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Sanno di paura i racconti di Stefano Stanzione, ma non troppo: l'inquietudine striscia sottile nell'immaginario del lettore e le pagine nel loro succedersi si adombrano in toni oscuri, deformandosi come specchi giganteschi e magici di un cupo luna park di periferia. La tensione alberga negli esseri umani e negli animali, persino negli oggetti, indistintamente. Numerosi spettri della società si alternano nei racconti: l'anoressia di Azzurra, l'ignoranza che conduce all'emarginazione della fragile Elena, la violenza contro lo straniero, che raggiunge il suo apice grottesco in Amo Arya. Le lacerazioni del nostro piccolo mondo sono tutte qui, esasperate, ma forse non troppo. Spaventose, perché vere. Sono tutte qui, alla luce del sole, come lucertole.