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Si narra che Guelfi e Ghibellini avessero regole diverse a tavola: mentre i primi sistemavano le posate sulla destra e spezzavano di lato il pane, i secondi disponevano le posate in obliquo sul tavolo e tagliavano il pane di sopra o di sotto. Quello del pasto è un momento centrale della quotidianità, e le abitudini in fatto di cucina possono dirci molto di un'epoca. Non fa eccezione la Firenze del Duecento, quella di Dante Alighieri, una città che freme di cambiamenti a livello storico e sociale. In queste pagine l'autrice ci accompagna, tra aneddoti e ricette d'epoca, citazioni del Decameron o della Divina Commedia, in un mondo dove il cibo è potere, e il gusto un elemento distintivo tra poveri e ricchi, cortigiani e uomini del popolo, tra nuove potenze in ascesa e vecchie aristocrazie in declino.