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"Scarti umani", "rottami della società", "sporchi fantasmi che girano a vuoto": dietro le definizioni dure e immediate di Fabio Amadi si nasconde un'umanità varia e dolente che troppo spesso, in questo tempo frenetico e veloce, è dimenticata, lasciata ai margini, abbandonata a se stessa. Eppure tra le pieghe delle nostre società, che nonostante la crisi attuale, così diffusa e profonda, restano comunque a buon titolo società "del benessere", ci sono una miriade di esistenze che disegnano traiettorie tanto invisibili quanto dolorose. Esistenze di cui sono in pochi ad accorgersi e ancora in meno a preoccuparsi, perché i sentimenti che prevalgono tra le persone sono il disinteresse e la paura, "paura di fermarsi", "paura di mescolarsi", come scrive l'autore. Esistenze simili a quella tratteggiata in queste pagine, condotte "di città in città", in un "girare a vuoto" fatto di "tempo senza tempo". "Con il suo racconto crudo Fabio Amadi ci fa vedere e sentire questi colori e odori: quelli che sento e vedo all'interno delle nostre mense, per la strada o dentro i dormitori che tante volte, per contrapposizione, sono riempiti di disinfettanti" (Walter Veltroni).