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Cronista dei più importanti eventi del Novecento, inventò uno stile giornalistico. Luigi Barzini girò il mondo per il "Corriere della Sera". Concluse la sua carriera d'inviato nel 1943 al "Popolo d'Italia" di Benito Mussolini, al quale sottoponeva i pezzi prima di mandarli in redazione. In questo saggio, in cui Enzo Magrì rivisita tutti i suoi reportage, la vita professionale del grande giornalista s'intreccia con la sua esistenza privata. Dalle lettere che da ogni parte del mondo mandava alla moglie, la scrittrice Mantica Pesavento, oltre al loro amore e ai periodici screzi e dissensi, emergono la subordinazione al dispotico direttore Luigi Albertini, le insicurezze che si manifestavano con dubbi sulla sua capacità di scrivere articoli adeguati al costo delle lunghe trasferte, i maniacali timori di essere licenziato per scarso rendimento; motivi per i quali costringeva la consorte a vivere con uno stipendio modesto e non consono allo stile di vita della società che lei frequentava.