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Nei primi anni Quaranta, quando l'autore è ancora un fanciullo, la zona delle Cure conta poche case, e la via Faentina è una strada bianca e sterrata. Lo scenario è quello di un quartiere di periferia, terreno ideale per i giochi di un gruppo di ragazzini scatenati che, nonostante la guerra, mettono a segno le loro birbonate. A interrompere questi giorni di vita spensierata arriveranno anche le bombe, la fame e i soprusi, ma il vero cuore pulsante del libro resta quella quotidianità lontana raccontata con freschezza, originalità e un profondo senso di partecipazione.