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Il lavoro di Raddi, così attento a documentare la più pura tradizione del vernacolo fiorentino, era, per così dire, predestinato a un sicuro successo; non soltanto perché in esso i lettori di Firenze sapranno riconoscere vocaboli, frasi e modi di dire familiari e quindi amati, ma anche perché, a qualunque lettore, il libro di Raddi insegna che la tradizione, la storia e il costume di una città (in una parola la sua "cultura") si trasmettono sempre attraverso quell'incommensurabile tesoro comune che è il linguaggio. Parlare una lingua, dunque, significa riconoscersi e capirsi sempre meglio: un libro che ricorda questa verità doveva naturalmente avere successo e, certo, ci auguriamo, continuerà ad averlo.