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A partire dal dopoguerra, la presenza della frontiera ha fortemente determinato l'identità del territorio di Gorizia e dei suoi abitanti. Un'identità che oggi, dopo la "caduta del confine", cerca nuove definizioni nel confronto con lo straniero "vicino di casa", ma anche con quello che arriva da lontano per cercare un lavoro o un rifugio da persecuzioni e guerre. Dal 2006 un nuovo confine, il Centro per migranti senza documenti e per richiedenti asilo di Gradisca d'Isonzo, separa fisicamente e idealmente, lungo le direttrici dello status socioeconomico e dell'appartenenza etnica, la popolazione locale dall'Altro, il "diverso". E, come ogni confine, allo stesso tempo divide due gruppi umani e ne fa due termini relativi, che si misurano l'uno con l'altro costruendo, anche attraverso il confronto, le rappresentazioni sociali che danno forma alle proprie proiezioni identitarie.