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L'opera un contributo alla storia della città di Perugia, seguendo itinerari della tradizione musicale locale meno noti ma estremamente rilevanti. Si parte dalla figura di Tito Belati, maestro di banda dalla cui intuizione ed iniziativa imprenditoriale nacque nei primi del '900 l'omonima casa editrice, dedita alla pubblicazione di spartiti per bande musicali adottando il criterio delle "parti levate", ovvero degli spartiti per i singoli musicisti, per poi estendersi alla costruzione degli strumenti stessi. L'importanza della "Tito Belati" emerge non solo dall'attività commerciale, ma in special modo dall'impegno cultural-pedagogico che l'autore mette a fuoco con l'analisi della rivista "L'Amico dei Maestri e dei Dilettanti", poi "L'Amico dei Musicisti", portavoce di un impegno civico di impronta mazziniana veicolato proprio dalla musica. Storia italiana e storiografia artistica si incontrano così quali testimonianze della trasformazione del Paese nel periodo della Grande Guerra.