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Pubblicato la prima volta nel 1973, "Sopra i silenzi" sembrerebbe quasi ribaltare la teoria capitiniana della compresenza, aprendosi con una smentita delle "fraterne presenze" avvertite come illusorie e preferendo un ripiegamento interiore che circoscrive l'anima in riflessiva solitudine. Alla fine però "tutto muove a un incontro" poiché l'individuo non è "muto" ma abitato dalle "voci" degli antenati - memoria genetica direbbero i biologi attraverso cui si ritrova un senso esistenziale grazie a tale appartenenza e radicamento.