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Nelle sue opere Marcello Biagiotti è costantemente in equilibrio tra imitazione e ispirazione, fra realismo e suo superamento. Si potrebbe individuare, nei lavori compresi tra l'"Antenata" del 1970 e "Sangue d'Artista" del 2009, una costante sospensione di cose e persone, in una visione onirica in cui il magnetismo della pittura sembra soggiogare la gravità, rendendo tutto astratto, eppure presente e ben delineato. Così come nelle sculture le figure emanano la medesima nostalgia di galassie lontane, tra linee e forme surreali, in cui la reiterazione del sogno è come un filo che l'artista tesse dinamicamente per creare trame complesse e astratte.