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L'idea di umanità è del tutto relativa nella mente di Melchiorre. Un uomo di mezza età, un semplice macellaio dedito al lavoro e al piacere culinario; ma anche un assassino, un mostro, un cannibale. Sulle ceneri di un'infanzia brutale e violenta, è ancora un figlio alla disperata ricerca del consenso di una madre mentalmente instabile. Un serial killer capace di confondersi tra la massa, che cancella l'esistenza delle sue vittime per iniziare a esistere davvero, alla feroce conquista di ciò che gli manca per elevare la propria anima. Melchiorre è tutto questo, forse di più. Fabio Umbro forgia un personaggio senza eguali, costruendone magistralmente la personalità e la psiche, creando un profondo contatto con il suo dolore e la sua follia, e mostrando, senza filtri, la natura tossica e predatoria di un uomo disposto a tutto pur di avere l'approvazione di una madre che, come lui, non ha mai fatto i conti con la propria coscienza.