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365 giorni (più uno) corrispondono in questa raccolta a 365 liriche (più una). L'autore per arrivare a questo risultato mette insieme la sinergia di esperienze e riflessioni eterogenee: da una parte i suoi componimenti ricordano gli haiku giapponesi, che Pullano conosce sin da piccolo e attraverso i quali si è avvicinato alla poesia stessa; dall'altra c'è l'intento di arginare il discrimine fra "velocità" della società contemporanea e una presupposta "lentezza" della poesia; e infine sussiste la necessità performativa, ma in forma quasi epigrafica, di fermare ogni singolo giorno dell'anno in base alla sensazione del momento. Dunque "Capricci" vorrebbe essere un dono: una poesia per ogni giorno, una poesia per il compleanno di ciascuno. Vorrebbe essere la traccia delle impressioni di un uomo durante un intero anno. E, per l'autore, un modo per crescere giorno per giorno.