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Solo poetando possiamo cogliere le essenze di un grande poeta come Carmelo Bene. Allora il modulo del saggio si contorce verso il volo fugace della poiesis. Il saggio si fa poesia dentro la voce di Carmelo. Il testo prende fuoco e fuga. Ascolto assoluto. Le parole dell'autore si confondono con quelle di Carmelo. Sorge una nuova lingua. Per amanti. La critica si perde in creatività, come credeva Bene. Un "saggio al cubo", iper-testuale, che riassume con forza traboccante e delirante quell'esperimento umano audace e fantastico che fu Carmelo Bene. Irripetibile la sua attorialità. Eternamente attuale invece la sua poetica-ermeneutica. Forse questa è la sua più grande Opera, sempre in movimento. Carmelo Bene fantasma, sempre in parusìa, che ci agita. Per chi non lo conosce o lo conosce male, per iniziare ad amarlo.