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La memoria di ciò che è stato e di ciò che eravamo è un tesoro inestimabile, da conservare con cura e non perdere mai di vista: senza la nostra storia, non potremmo comprendere chi e dove siamo. "Diario di uno che ci aveva creduto" vuole gettare un ponte tra tre generazioni, unendole in un comune bagaglio, che è la nostra identità. Diversi, scoppiettanti, accattivanti, crudi, pieni di dolore: ogni racconto ripercorre la storia della nostra società, attraverso il racconto di persone comuni: un uomo in riva al fiume ritrova il contatto con la natura e con sé stesso; Marisa è così abituata a sentire le bombe fuori dalla finestra mentre aspetta suo padre che non ne ha più paura; Giuseppe e Umberto, nel dopoguerra, sono costretti a prendere strade diverse; una famiglia passa una giornata al mare. Un mosaico di storie commoventi e vere, di generazioni che hanno cercato di mettere in discussione i propri valori e che faranno confrontare il lettore con la propria storia, per riflettere su quale sia la via per una società più equa e per un agire futuro.