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Perdere un amico, lacera nel profondo, apre un abisso insanabile, una voragine che trascina giù, inesorabilmente giù. Senti una parte di te mancare, negarsi e scomparire. Quell'anima scivola nel sonno più cupo e profondo e il sogno diviene unico luogo in cui incontrarsi di nuovo, parlare una volta ancora. Ecco dunque che la poesia si fa dialogo a distanza, intimo e sofferto, dettato da sogni e suggestioni notturne, sollecitato dall'inevitabile flusso di conoscenza e di coscienza, dai ricordi, da squarci di vissuto.