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Come in una dolce paura, le parole, fulminanti e melanconiche, squarci di un disordine mentale, dominano ogni ragione. Sono il silenzio che vede e ascolta in una cornice di un quadro senza pittura, il visibile silenzio. Le quasi-poesie di "Sismo" sono l'assente dialogo delle Cose. Non c'è, in questa raccolta, alcuna dialettica interiore. Forse appare, ma è sospesa tra il reale e la sua vero-somiglianza. Le poesie si muovono in un'ora senza tempo, come telluriche percezioni o aliti di vento che passano attraverso il ricordo e l'attuale momento, in un attimo: quello che serve per dipingere una sensazione invisibile. "Questo è splendore, nel viso tuo e in acqua gelida".