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«Qual è il fattore di deterrenza di cui dispone l'Unione Europea nei confronti della Russia? Questa domanda ci deve lasciare pensosi: abbiamo missili, navi, cannoni, eserciti? Al momento no. Noi europei abbiamo al massimo qualche fattore di deterrenza di tipo economico. Ma chiediamoci un momento: se noi vogliamo prendere sanzioni che comprendono anche il gas, siamo capaci di farlo? Siamo forti abbastanza? È il momento giusto? Chiaramente la risposta è no» (Mario Draghi). L'unificazione economica, di mercato e della moneta dell'Europa ha dato il massimo. I vertici europei solo su questo terreno producono decisioni e strategie. Invece, ogni scelta politica è rimandata, soprattutto a fronte di drammatiche crisi. A questa Europa manca il cervello, manca l'anima, manca il cuore. Si onora il totem di uno Stato Europeo che non si farà mai, perché, in fondo, nessuno lo vuole: ogni stato e ogni popolo difende gelosamente la sua sovranità. Questa finzione, questa retorica aspirazione a uno Stato Europeo impraticabile e non voluto è la grande malattia dell'Europa. È il suo freno. Unica via d'uscita: un'Europa confederale.