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«A differenza delle altre malattie la vita è sempre mortale. Non sopporta cure.» Zeno Cosini, seguendo il consiglio del suo psicoanalista, ha un'ultima arma per vincere l'inarrestabile "malattia" che lo perseguita da anni: l'inettitudine alla vita. Deve raccontare la storia della propria esistenza attraverso le tappe salienti che ne hanno scandito il corso: il rapporto col padre, il vizio del fumo, il matrimonio e il tradimento, il lavoro. Alla radice del disagio di Zeno c'è la sua personalità abulica, incapace di aderire al mondo e di affrontare la realtà. Con "La coscienza di Zeno" la psicanalisi e l'inconscio irrompono per la prima volta nella narrativa italiana, scardinando con ironia corrosiva il personaggio, interiorizzando la vicenda e decretando l'avvento degli eroi negativi nel romanzo moderno.