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Tutte le espressioni artistiche hanno rivestito, sin dall'antichità, un ruolo importante per quanto concerne l'osservazione e la descrizione delle caratteristiche morfologiche del nanismo. Tuttavia l'arte non si è fermata alla pura descrizione delle varie forme estetiche del nanismo ma è stata ed è tuttora il mezzo di comunicazione ideale per studiare la condizione delle persone affette da deficit staturale nel corso dei secoli. In quest'ottica, attraverso la descrizione delle opere d'arte nei molteplici aspetti (in particolare, pittura, scultura, letteratura e documentazioni storiche) l'Autore racconta le angherie e le violenze sopportate dal nano nel corso del tempo: l'eliminazione e l'abbandono nell'epoca greco-romana, lo sfruttamento della persona ai fini di puro diletto e divertimento all'interno delle Corti medioevali e rinascimentali, le esibizioni come fenomeni da baraccone nelle piazze e nei circhi fino ai primi decenni del Novecento, le angherie e le torture subite ad opera del regime nazista, etc.. Nell'ultimo capitolo dedicato al "Ventesimo secolo fino ai nostri giorni", l'Autore ha dato voce a tanti uomini e donne di piccola statura ma di eccezionale talento...