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«Confesso umilmente di essere rimasto sorpreso, al termine della lettura, di apprendere che l'autore è padre di quattro figli e professore di Odontostomatologia alla facoltà di Medicina di Milano. Immaginavo si trattasse di un monaco che "per mestiere" vivesse nel raccoglimento e nel silenzio. Questo salutare schiaffo che ho ricevuto da una simile scoperta dovrebbe convincere che, davvero, la contemplazione è possibile per tutti ed è di fonte di gioia, di pace, di irradiazione caritativa. Giovanni Zampetti non vuole essere originale: ci trasmette una sintesi fedele dell'intuizione che la tradizione della Chiesa (ed anche quella delle grandi religioni) ha avuto a proposito della preghiera non già intesa come sciorinamento di domande interessate e meschine (che vinca il Milan!) ma come un abbandono di tutta la persona in un abbraccio trinitario: "abbandonare significa creare i presupposti per mettermi a contatto con la mia esistenza più autentica, più genuina quella che si affida a Dio, creatore del nostro esistere".» (dalla Prefazione di P. Sandro Vitalini)