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Nella "Milano da bere" di inizio millennio, il pittore vicentino Jacheto e alcuni amici e amiche cinquantenni cercano di ingannare la loro solitudine affogandola nei pettegolezzi e negli spritz serviti nei bar alla moda sui Navigli. Consapevole che i valori di riferimento del suo gruppo sociale sono quanto mai labili, l'artista intende denunciare questo ambiente borghese dipingendo un quadro sulla cecità, rappresentando una fila di persone - in cui sono riconoscibili molti dei suoi amici e conoscenti - incapaci di guardare davanti a sé, emblema di una generazione e di una società priva di autenticità e di possibilità di rinnovamento. Ma Jacheto saprà trovare una via di fuga. Forse.