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"Troppo spesso nel passato - e non solo nel passato - la didattica è stata pensata come indipendente dai soggetti a cui era diretta. Diventava, quasi, una sorta di obbligato divertissement intellettuale, per il cui tramite veicolare - nel delicato campo della formazione - opzioni ideologiche, tesi filosofiche, credenze religiose, convinzioni politiche, idee preconcette: di ogni tipo e di ogni orientamento. L'esempio più evidente è stato quello del "famoso" Rousseau, la cui pedagogia illuministico-naturalista - espressione delle sue tesi filosofiche - si è, poi, fermata sulla soglia del brefotrofio/orfanotrofio in cui ha "rinchiuso" i suoi cinque figli. Ma ben sappiamo che non è stato l'unico e il peggiore dei casi. Basta pensare - in tempi non lontani - a quelli, estremi, dell'indottrinamento nazista o dei famigerati campi di rieducazione maoisti". (dalla prefazione di Claudio Bonvecchio)