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Gioiello della narrativa breve rinascimentale, capostipite del racconto moresco e uno dei maggiori esempî di "maurofilia" letteraria, "El Abencerraje y la hermosa Xarifa" è una novella di stile italianeggiante, ambientata sulla frontiera quattrocentesca tra i regni cristiani e quello di Granada: si racconta una vicenda di elevato tenore morale, venata di stoicismo e di senechismo: il giovane moro Abindarráez, appartenente alla nobile e infelice famiglia granadina degli Abencerrajes, va a trovare l'amata Xarifa per unirsi a lei in matrimonio, ma nel viaggio è catturato dal famoso castellano Rodrigo de Narváez, il quale però, udita la sua storia, lo lascia temporaneamente libero d'andare a sposarsi, vincolandolo alla promessa di tornare subito dopo a consegnarsi. Dalla virtus militare alla virtù morale, una gara di generosità e lealtà cementa l'amicizia fra il cavaliere cristiano e la coppia di nobili mori, mostrando la via del reciproco riconoscimento fondato su alti valori umani. Negli anni Cinquanta-Sessanta del XVI secolo questa vicenda ha conosciuto tre riscritture (d'autori diversi), le cui relazioni filologiche sono estremamente complesse: il libro discute le principali teorie al riguardo, proponendo una nuova visione, si spera meno ipotetica delle altre, degl'intrecci della tradizione e accompagna lo studio con una nuova edizione, più vicina alle mises en page originali, di tutti i testi cinquecenteschi coinvolti.