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Il libro, come la metafora di uno specchio posto di fronte a sei donne intrappolate in mura soffocanti, riflette i loro occhi dai quali traspare un universo esistenziale tormentato dalla passione carnale e cerebrale, che le unisce idealmente e che va a infrangersi contro la loro serenità solo apparente giacché simulata. Scrutando quegli occhi l'interlocutore mette a fuoco i nodi di personalità variamente sfaccettate, le quali non possono sfuggire al magnetismo di un uomo sorprendentemente capace di compenetrarle in ogni dove, fino a lambire i confini della più intima intimità femminile. L'inquietudine che fluisce dall'intensità di tale attrazione crea un'alchimia corporale e spirituale così travolgente da saziare l'impetuoso bisogno di piacere sensoriale ed estetico accomunante gli attori dell'indagine rivelatrice dell'Io non ostentato.