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In questo volume vive a futura memoria la vicenda umana di Giuseppe Anice, nato il 2 giugno 1894 ed esposto all'ospizio di Biella due giorni dopo. Figlio di ignoti, preso a balia per tre mesi e poi riportato all'ospizio, adottato decine di famiglie che lo adottano per ricevere il sussidio e padroni che lo strapazzano addossandogli i lavori più umili e faticosi, Giuseppe sente il bisogno, a 75 anni, di riordinare in tre quaderni manoscritti «quello che ancora la memoria riesce a ricordarsi», per lasciarli ai cinque figli (Bianca, Ugo, Wilfrido, Giuliano e Dea) «certo di far piacere ai miei figli quando avranno tempo a leggere le mie memorie del loro Papa (Il Trovatello)» a testimonianza di una vita durissima, che ha traversato esperienze molteplici e traversato le Alpi, trasfigurata dalla storia d'amore con Maria Zoppo, sposata il 1° agosto 1915.